GENESI 14, 11-20a; PROVERBI 6, 16-19; VANGELO Mt 5, 38-48
L’Alleanza che Dio ha fatto con noi è una cosa concreta, che passa nella quotidianità simboleggiata dal pane e dal vino. La Bibbia dà importanza ai valori “simbolici” ed è in quest’ottica che si colloca il racconto di Melchisedek, re di Salem. Su questa festa si possono dire tante cose, che vanno dalla tradizione, alla devozione all’intimismo (processioni, culto e preghiera personale). A noi sembra però importante mettere in evidenza l’aspetto del dono, presente in tutte e tre le letture. Il re di pace, Melchisedek, non fa cose strampalate o eclatanti, ma offre semplicemente pane e vino, con una benedizione (rendimento di grazie, lode).
Paolo trasmette ciò che a sua volta ha ricevuto. Luca nel presentare la moltiplicazione dei pani mette sulla bocca di Gesù le seguenti parole: “date voi stessi da mangiare”. I discepoli risposero “non abbiamo che cinque pani…”. Ma qui comincia l’avventura dei discepoli (Chiesa): li fanno sedere per gruppi, si organizzano e offrono a Gesù l’occasione di operare il miracolo. Alla fine tutti mangiarono e si saziarono e avanzarono ancora 12 ceste a significare che il dono è mai sterile e non si sa dove va a finire, ma c’è e porta frutto. Questo racconto ci ricorda anche che Gesù non condivide l’opinione di chi intende lavarsi le mani dei problemi ed è pronto a “congedare” chi ha bisogno, ma al contrario ci invita a provvedere, dicendoci chiaramente che spetta a noi fare la nostra parte, affinché ci sia condivisione e partecipazione a tutti i livelli, familiare, sociale, comunitario. Egli attende sempre la collaborazione delle sue creature: porgi l’altra guancia, dona anche il mantello, accompagna il tuo amico lungo il cammino, amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori. Siate dunque perfetti come perfetto è il Padre vostro.