Per meditare
Svuotò se stesso… umiliò se stesso (Fil 2,7.8)
Di tutto è stato privato (svuotò se stesso)
Gesù è abbandonato: gli amici, i discepoli, la gente entusiasta di lui, i soldati incantati dai suoi discorsi, dove sono?
Gesù è stato condannato: la sua opera, le sue parole, le speranze che ha suscitato, il Regno che ha annunciato, dove sono?
Gesù è stato umiliato: la sua potenza che domina il vento e il mare e fa tacere la tempesta, la sua gloria che sfolgora sul monte della trasfigurazione, la sua parola che si impone sui demoni, dove sono?
Gesù è stato privato della bellezza, lui il più bello dei figli degli uomini; è stato privato della dignità, deriso e schernito; Gesù è stato privato delle sue vesti esposto all’insulto; Gesù è stato privato della libertà, trattato come un malfattore.
Di tutto è stato privato: svuotò se stesso! (Fil 2,7).
È compiuto
L’ultima parola di Gesù, secondo il Vangelo di Giovanni, non è però per riconoscere il fallimento, ma per annunciare il compimento: è compiuto!
Gesù vede nella sua morte il compimento della sua missione, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine (Gv 13,1).
Questa sì è una parola sconcertante!
Tutta la storia e tutta la sapienza del mondo non basta per comprendere questo mistero: forse si può capire qualche cosa se si sperimenta l’incontro con lui sulla via della croce, forse si può capire qualche cosa se si decide di seguirlo, forse si può capire qualche cosa se si vive come lui è vissuto, se si prega il Padre come lui ha pregato, se si muore come lui è morto.
Gli incontri che dicono del compimento
Coloro che l’hanno incontrato sulla via della croce possono narrare qualche cosa dell’esperienza del compimento.
La Madre
Maria accompagna Gesù sulla via della croce, fino al compimento stando là sotto la croce. E là riceve ancora l’annunciazione: ecco tuo figlio!
La maternità di Maria, così unica e irripetibile, diventa una vocazione ad essere madre della Chiesa, di tutti i credenti. Si rivela così la vocazione e la grazia di ogni madre. Colei che ha generato il suo figlio è chiamata a prendersi cura di tutta l’umanità. La grazia della maternità diventa testimonianza di amore per la vita, di quell’arte di amare che si scrive nella carne, di quella arte di intuire che interpreta anche quello che non si può dire, quello che si vuole nascondere.
C’è nella donna una vocazione che diventa missione di pace, strazio per ogni violenza, lutto per ogni morte. Per questo forse le donne sono così esposte alla violenza, perché sono disposte a soffrire piuttosto che a far soffrire. In Maria, la Madre, giunge a compimento la missione di essere donna: donna, ecco tuo figlio (Gv 19,26).
Simone di Cirene
Simone di Cirene incontra in Gesù il compimento del suo operare. Il lavoratore costretto a quest’altro lavoro di portare la croce di Gesù riceve la rivelazione che il lavoro si compie non nella produzione di un oggetto, di un profitto, ma nell’esercizio di rendere più leggero il peso della croce altrui. La capacità di agire diventa possibilità di aiutare. Ogni mestiere è una vocazione a portare i pesi gli uni degli altri.
Veronica
La donna impietosita che incontra Gesù privato di tutto, ridotto a niente, trova nell’incontro il compimento della sua compassione. Il suo buon cuore riceve l’immagine del volto di Cristo. Veronica riceve la vocazione a vivere il sentimento della benevolenza non come l’emozione di un momento, ma come l’imprimersi di una conformità: partecipa dei sentimenti di Cristo. Siate misericordiosi come è misericordioso il vostro Padre celeste.
Conclusione
La via della croce è il pio esercizio che istruisce sull’esperienza dell’amore che giunge fino alla fine. La maternità si compie nel prendersi cura della fraternità universale; la operosità si compie nel portare i pesi degli altri; la compassione si compie nel partecipare degli stessi sentimenti di Gesù.
(Mons. Mario Delpini, Via Crucis 13 marzo 2020)
Prossimi appuntamenti
– Ogni settimana potremo contribuire ai bisogni della Caritas Parrocchiale attraverso la donazione di vari alimenti: in questa terza settimana di Quaresima si raccoglie: latte (presso la Madonna del Latte in Chiesa Parrocchiale).
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