Meditazione 26 marzo 2020

GENESI 35, 9-20. 22b-26; PROVERBI 25, 1; 27, 9-11a; VANGELO Mt 7, 21-29

Il conforto che i santi hanno nei sacri riti non dipende tanto da Betel, casa di Dio, ma da El-betel, il Dio che abita quella casa. I riti sono cose vuote se non incontriamo Dio tramite essi. Qui Giacobbe vi seppellì Debora, la balia di Rebecca. Ella morì tra molti pianti e lamenti. I vecchi domestici di una famiglia che sono stati nel tempo fedeli e utili devono essere rispettati. Dio apparve a Giacobbe. Egli rinnovò il patto con lui. “Sono l’Iddio Onnipotente, il Dio dispensatore di tutto, capace di portare a compimento la promessa a tempo debito e a sostenerti e fornirti i mezzi a breve”.

Dio promette due cose: che egli avrebbe generato una grande nazione e che questa sarebbe stata padrona di una buona terra. Queste due promesse avevano un significato spirituale, di cui Giacobbe ebbe qualche avvisaglia, sebbene non fossero così chiare e distinte di quanto sappiamo adesso. Cristo è la Discendenza promessa e il cielo è la terra promessa: il primo è il fondamento e l’ultimo di tutti i favori divini. Rachele aveva detto con ardente passione: “Dammi dei figli o altrimenti muoio!”, e proprio adesso che ebbe figli, morì! Ma Giacobbe, poiché non voleva che il doloroso ricordo della morte della madre si rinnovasse ogni volta che chiamava suo figlio, gli cambiò il nome in Beniamino, figlio della mia mano destra, cioè molto caro a me, il sostegno della mia vecchiaia, quale bastone nella mia mano destra.