GENESI 49, 1-28; PROVERBI 30, 1a. 2-9; VANGELO Lc 18, 31-34
Tutti i figli di Giacobbe erano in vita. La loro chiamata a raccolta fu un comando perché dovevano unirsi tra di loro e non mescolarsi agli egiziani. Giacobbe predisse loro di non separarsi come pure fecero i figli di Abramo e di Isacco ma dovevano formare un solo popolo. Non dobbiamo considerare questo come l’espressione di sensazioni prive di affetto, di risentimento o di parzialità, ma come la lingua dello Spirito Santo che dichiara lo scopo di Dio sulle persone, sulle circostanze e sulla situazione delle tribù che discendevano dai figli di Giacobbe.
Ruben era il primogenito, ma per un peccato grossolano, egli fu privato della sua primogenitura. Giacobbe non maledice quei suoi due figli ma maledice la loro lussuria. “Li dividerò!”. La sentenza si trasformò per Levi in una benedizione. Questa tribù infatti mostrò il suo zelo per il Signore contro gli adoratori del vitello d’oro. Scelti come sacerdoti di Dio, essi furono quel punto di riferimento di tutta la nazione d’Israele. Il nome di Giuda significa Lode. Dio è stato lodato per lui, lodato da lui e lodato in lui, quindi anche i suoi fratelli devono lodarlo. Giuda sarebbe stato una tribù forte e coraggiosa. Giuda è paragonato non a un leone che si infuria e vacilla, ma a un leone che gode della soddisfazione per la sua potenza e per il suo successo, senza opprimere altri: questo è effettivamente grande. Giuda sarebbe stata la tribù reale, la tribù da cui il Messia Principe sarebbe disceso. Il Messia, quella Discendenza promessa per mezzo del quale la terra sarebbe stata benedetta, “il pacifico e il florido”, “il Salvatore”, verrà da Giuda. Così morendo, Giacobbe a grande distanza vide il giorno di Cristo ed ebbe conforto e sostegno sul suo letto di morte. Finché Cristo doveva venire, Giuda possedette autorità, ma dopo la sua crocifissione questa è stata ridimensionata e sottomessa a quello che Cristo predisse: Gerusalemme sarebbe stata distrutta e tutti i Giudei sopravvissuti maledetti. Molto di quel che è detto qui a proposito di Giuda, deve essere applicato al nostro Signore Gesù. In lui c’è veramente tutto quello che nutre e ripristina l’anima e che mantiene e rallegra la vita Divina in essa. Guardiamo, con gli occhi della fede, il popolo divino e la terra promessaci e questo renderà facili i nostri doveri attuali. Giacobbe, in fin di vita e con un fil di vita, si incoraggia con le parole, “Ho aspettato la tua salvezza Oh Signore!”: la salvezza che egli attendeva era Cristo”, la Discendenza promessa.