Per meditare
Che nome daremo a questi giorni, così drammatici, così strani? L’alluvione di analisi e di discorsi, di chiacchiere e di polemiche mi rende confuso e capisco che sotto il diluvio delle parole e delle immagini si possano raccogliere argomenti per dire qualsiasi cosa, come si usa adesso, citando un titolo di una delle notizie e dichiarazioni tra i miliardi che circolano in rete. Quello che convince di una notizia non è che sia documentata, ma è il fatto che sia messa in evidenza nel sito al quale attingiamo le nostre informazioni. Ma noi cristiani, disposti ad ascoltare la parola di Gesù, che nome diamo a questi giorni?
Come tutti abbiamo partecipato dello smarrimento e della confusione, talora ci siamo lasciati trascinare in reazioni nervose, in giudizi spietati verso gli altri. Come tutti ci siamo sentiti trafiggere il cuore dal soffrire inconsolabile, dall’esito che siamo tentati di ritenere irrimediabile. Come tutti ci siamo a tal punto impigliati nelle minuzie della cronaca e delle prescrizioni da ritenere più interessanti le discussioni che la contemplazione, più importanti particolari che l’essenziale, più rilevante il fastidio e il malumore, che il dono della sapienza che viene dall’alto e dello Spirito che fa ardere il cuore. Stiamo però, per grazia di Dio, conservando la fede e perciò credo che non possiamo dare altro nome che quello che Gesù proclama, nella sua missione fallimentare alla sinagoga di Nazaret: “oggi si è compiuta questa Scrittura che avete ascoltato”. Questo è il nome del nostro tempo: il tempo del compimento della Scrittura che annuncia la presenza del Servo del Signore, investito dello Spirito del Signore. In che modo riconosciamo il compimento delle promesse dei profeti in questo tempo tribolato e drammatico? Quale luce offre il vangelo proclamato su questa nostra situazione? Con quale energia la verità di Gesù e la sua presenza scuote la nostra inerzia, scalfisce la nostra coriacea resistenza all’appello alla conversione? Tutti noi avremmo immaginato un altro modo per celebrare la Messa Crismale: una festa per i catecumeni e per i cresimandi, perché si consacrano gli olii per il sacramento al quale si sono preparati e che hanno atteso. Ma anche in questa celebrazione ritardata e ridotta, anche in vista dei sacramenti rimandati, oggi si compie la scrittura, oggi si annuncia la festa della consolazione e della liberazione. Oggi desidero mandare un pensiero di augurio e di incoraggiamento ai catecumeni ai quali ho consegnato il “Simbolo Apostolico” nella Veglia in Traditione symboli. Desidero mandare un pensiero di augurio e di incoraggiamento ai cresimandi che avevo invitato a San Siro e che raggiungo ora con la raccomandazione a imparare e praticare, per grazia di Spirito Santo, la lingua che tutti capiscono, la lingua dell’amore cristiano. Tutti noi avremmo immaginato un altro modo per celebrare la Messa Crismale: una festa per i ministri ordinati, vescovi, preti, diaconi. Una festa per dire che siamo contenti di essere vescovi, preti, diaconi in questo tempo della Chiesa; preti e diaconi di questa Chiesa diocesana, preti e diaconi di altre Chiese e di istituti religiosi al servizio di questa Chiesa; preti presenti in occasione delle feste pasquali ospiti provenienti da paesi lontani. Così contenti, che i preti rinnovano le loro promesse. Una festa per i candidati all’ordinazione presbiterale che si sentono accolti e accompagnati dal presbiterio diocesano Avevo immaginato una festa che offrisse a me l’occasione per dire tutta la mia gratitudine e ammirazione per voi che siete i miei più stretti e affidabili collaboratori per la missione in questa terra. Mi è sempre stata cara l’occasione di salutare a uno a uno i preti che entrano in Duomo, per scambiare due parole, per fare una domanda sulla salute o condividere un’apprensione o una pena, sia pure solo con uno sguardo. La festa d’essere presbiterio che avremmo immaginato oggi si celebra in un modo così strano che non sembra neanche una festa. Io non voglio rinunciare a dire ancora una volta la mia stima per quello che i preti sono, per quello che i preti fanno, per quello che i preti dicono, per lo zelo con cui, in molti modi e con molte mortificazioni, molti preti, molti diaconi, molti operatori pastorali hanno svolto il loro ministero in questo tempo di epidemia. Condivido ancora una volta il mio dolore per i preti che sono morti, la mia prossimità ai preti che sono ancora nella fase della lunga e penosa riabilitazione, ai preti che hanno sofferto la morte di persone care nella famiglia e nella comunità, spesso senza poter celebrare il funerale.
(Mons. Mario Delpini, Messa Crismale del 28 Maggio 2020)
Avvisi
– Da sabato 30 maggio riprendono le Celebrazioni festive: sabato ore 18:00 (prefestiva); domenica ore 10:30 (festiva anche in streaming); domenica ore 18:00 (festiva in Chiesa Parrocchiale).
– Da venerdì 5 giugno don Lukas confesserà in sacrestia ogni venerdì dalle 15:30 alle 18:00 e ogni sabato pomeriggio dalle 15:30 alle 17:30. Don Francesco confesserà nello studio in Segreteria Parrocchiale ogni sabato mattina dalle 10 alle 12.
– Domenica 7 la S. Messa delle 10:30 è animata dalla contrada di S.Antonio. Come da tradizione verranno proposti i pani benedetti.
– Da lunedì 8 riprendono le Celebrazioni feriali, in particolare la S. Messa delle 8:30 preceduta dalla recita del S. Rosario. Riaprirà anche la Segreteria Parrocchiale seguendo rigorosamente le norme sanitarie indicate.
– Durante la settimana dedicata a S.Antonio sarà possibile donare degli alimenti per i più bisognosi.
– La celebrazione dei Battesimi è prevista per domenica 13 settembre, norme sanitarie permettendo. Chi fosse interessato si deve recare in Segreteria Parrocchiale da don Francesco.