Avvisi
– Lunedì 6 settembre alle ore 21 si riunisce il Consiglio dell’Oratorio.
– Sabato 11 la santa messa delle ore 18 sarà animata dal Circolo Laudato Si e come chiede il Papa celebreremo la giornata per il creato.
– Domenica 12 alle ore 15.30 celebreremo i battesimi comunitari.
Per meditare
Come attraversiamo il tempo che viviamo, noi discepoli del Signore?
I mesi che stiamo vivendo sono segnati da un’inedita tribolazione: la pandemia ha ferito, sospeso, inquietato tutti i popoli della terra e invaso tutti i Paesi. Il nostro Paese e la nostra terra hanno vissuto mesi così drammatici da sconvolgere tutti gli aspetti della vita e travolgere molte vite. La pandemia è diventata un’ossessione e ha costretto a concentrare l’attenzione sulla cronaca quotidiana e locale, fino a far dimenticare il resto del mondo e le tragedie che continuano a tormentare popoli, famiglie, persone. Come attraversiamo il tempo che viviamo, noi discepoli del Signore? Alcuni vivono questo tempo di ripartenza con l’atteggiamento di chi ha chiuso una parentesi e ritorna alla vita normale, alle abitudini consuete, senza nostalgia e senza un incremento di sapienza. Alcuni vivono questo tempo con un’inquietudine che accompagna ogni attività, ogni incontro, sospettando in ogni persona e in ogni luogo un pericolo, rimandando decisioni e iniziative a chi sa quando. Alcuni vivono questo tempo arrabbiati per quello che è stato, per quello che hanno perso e sofferto, contestando responsabili e cercando colpevoli. Come attraversiamo il tempo che viviamo, noi discepoli del Signore? I Vescovi delle Diocesi di Lombardia hanno inviato un messaggio ai fratelli e alle sorelle di questa nostra terra, Una parola amica, che suggerisce percorsi di sapienza. La situazione difficile in cui ci siamo trovati a vivere non può essere solo una circostanza spiacevole e drammatica da subire. Con la grazia dello Spirito Santo possiamo vivere questo tempo come occasione per praticare la speranza, testimoniare la carità, restare saldi nella fede. Nel messaggio dei Vescovi di Lombardia sono indicati percorsi che qualificano la situazione come occasione per imparare a vivere, a essere più incisivamente presenti nella vita. Imparare a pregare: alla presenza del Signore, docili allo Spirito di Gesù, praticando in forme inedite la celebrazione comunitaria, la preghiera familiare, la preghiera personale. Imparare a pensare: in un contesto di slogan obbligatori e di notizie selezionate per gli interessi di chi sa chi, esercitando un pensiero critico, che si interroga sul senso di quello che capita e sulle responsabilità che ci chiamano. Imparare a sperare oltre la morte: affermando la fede nella risurrezione di Gesù e nella nostra risurrezione, per contrastare la visione disperata di una mentalità diffusa arrendevole di fronte alla morte, che ritiene saggezza la rassegnazione e cura palliativa la distrazione. Imparare a prendersi cura: apprezzando le molte forme di solidarietà che in tanti ambiti professionali ed ecclesiali sono sovrabbondate, fino all’eroismo, mettere a frutto quello che si è sperimentato sull’importanza del prendersi cura della persona e non solo dell’incremento tecnico e scientifico della cura. In questo tempo di prova e di grazia la proposta pastorale intende convocare la comunità cristiana perché non si sottragga alla missione di essere un segno che aiuta la fede e la speranza, proponendo il volto di una Chiesa unita, libera e lieta come la vuole il nostro Signore e Maestro Gesù, che è vivo, presente in mezzo a noi come l’unico pastore e che vogliamo seguire fino alla fine, fino a vedere Dio così come egli è. La proposta pastorale è l’anno liturgico: la celebrazione del mistero di Cristo, che si distende nel tempo che viviamo, rinnova la grazia della presenza della Pasqua di Gesù, il dono dello Spirito. Le situazioni sempre diverse e imprevedibili diventano, per il discepolo e per tutta la comunità cristiana, occasioni propizie per ascoltare ancora la Parola del Signore, ricevere luce per interpretare il cammino da compiere e forza per dare testimonianza. Le celebrazioni liturgiche possono radunare la comunità perché sia un cuore solo e un’anima sola, invitano ciascuno a conformarsi al Signore Gesù, a vivere nella sua gloria, a perseverare nella missione ricevuta. Celebrare non è solo imparare, non è solo motivare l’impegno, non è solo rito, non è solo raduno. È grazia, è opera di Cristo che dona lo Spirito, che insegna, che si fa cibo per la vita, gioia per i cuori.
Non possiamo evitare la domanda: come celebriamo i santi misteri? Quale comunità, quale Chiesa si “forma” nella celebrazione? Rendersi disponibile alla grazia che viene offerta dalla celebrazione può essere il frutto della proposta pastorale. La mia intenzione è di ripercorrere alcuni tratti di quel frutto della celebrazione che è la Chiesa, insistendo sulla relazione personale e comunitaria con Gesù che nelle celebrazioni si rende presente e ancora parla, prega, offre amicizia e salvezza, irradia la sua gloria.