Meditazione 4 aprile 2020

DEUTERONOMIO 6, 4-9; S. PAOLO APOSTOLO AGLI EFESINI 6, 10-19; VANGELO Mt 11, 25-30

Nel libro del Deuteronomio si racconta, fondamentalmente, il dialogo fra Dio e il suo popolo. Ma la voce di Dio è intesa come terribile, “una voce in mezzo alle tenebre, mentre il monte era tutto in fiamme” e perciò i responsabili, i capi tribù e gli anziani, chiedono a Mosé: “Avvicinati tu e ascolta quanto il Signore nostro Dio dirà e poi ci riferirai quanto ti avrà detto e noi lo ascolteremo e lo faremo”. Così il resoconto del dialogo si trasforma in lunghi discorsi che Mosé pronuncia al popolo, confermando le clausole dell’Alleanza e garantendo impegni di fedeltà che il popolo stesso pronuncia, incoraggiato dalle promesse e dalla verità del Signore. Così, alle soglie della terra promessa, Mosè annuncia le norme di comportamento di Israele di fronte a Dio e alla collettività, concludendo quindi con le benedizioni e le maledizioni. Oggi leggiamo un testo preziosissimo.

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Meditazione 3 aprile 2020

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Nella Passione la vocazione

Mons. Mario Delpini, Omelia della Via Crucis della quarta settimana di Quaresima

Simone di Cirene, l’aiuto di uno straniero

Se Simone era di Cirene, significa che veniva dal Nord Africa. Forse è venuto a Gerusalemme in cerca di lavoro, forse non parlava bene la lingua del posto, forse era considerato uno straniero, più esposto a subire prepotenze. Ad ogni modo, secondo quanto scrive il Vangelo, è stato l’unico ad aiutare Gesù, proprio lui, uno straniero che veniva dalla campagna.

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Giovedì 2 aprile 2020

GENESI 50, 16-26; PROVERBI 31, 1. 10-15. 26-31; VANGELO Gv 7, 43-53

Diverse erano le buone motivazioni per cui i figli di Giacobbe potessero rimanere in Egitto, nonostante la visione profetica di Abramo sulla loro schiavitù in questo paese. Giudicando Giuseppe per mezzo dell’attitudine naturale della natura umana, dovremmo pensare che adesso poteva vendicarsi di quelli che lo odiarono e colpirono senza motivo. Non potendo resistergli o fuggire via i suoi fratelli cercarono di ingentilirselo umiliandosi. Essi lo supplicarono come i servi del Dio di Giacobbe. Giuseppe voleva vedere la realizzazione completa dei suoi sogni. Egli li incita a non temerlo, ma a temere Dio, a umiliarsi prima davanti al Signore e a cercare il perdono Divino. Egli anzi assicura loro il suo favore personale. Vedete che spirito eccellente fu Giuseppe e impariamo da lui a rendete bene per male. Egli li consolò e scacciò tutte le loro paure parlando loro dolcemente. Le anime abbattute devono essere rinfrancate e incoraggiate. A quelli che amiamo e perdoniamo, dobbiamo far loro non solo del bene ma rivolgerci a loro dolcemente. Avendo rispettato suo padre, i giorni di Giuseppe furono molti sulla terra, quelli che Dio gli volle dare.

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