GENESI 50, 16-26; PROVERBI 31, 1. 10-15. 26-31; VANGELO Gv 7, 43-53
Diverse erano le buone motivazioni per cui i figli di Giacobbe potessero rimanere in Egitto, nonostante la visione profetica di Abramo sulla loro schiavitù in questo paese. Giudicando Giuseppe per mezzo dell’attitudine naturale della natura umana, dovremmo pensare che adesso poteva vendicarsi di quelli che lo odiarono e colpirono senza motivo. Non potendo resistergli o fuggire via i suoi fratelli cercarono di ingentilirselo umiliandosi. Essi lo supplicarono come i servi del Dio di Giacobbe. Giuseppe voleva vedere la realizzazione completa dei suoi sogni. Egli li incita a non temerlo, ma a temere Dio, a umiliarsi prima davanti al Signore e a cercare il perdono Divino. Egli anzi assicura loro il suo favore personale. Vedete che spirito eccellente fu Giuseppe e impariamo da lui a rendete bene per male. Egli li consolò e scacciò tutte le loro paure parlando loro dolcemente. Le anime abbattute devono essere rinfrancate e incoraggiate. A quelli che amiamo e perdoniamo, dobbiamo far loro non solo del bene ma rivolgerci a loro dolcemente. Avendo rispettato suo padre, i giorni di Giuseppe furono molti sulla terra, quelli che Dio gli volle dare.
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