Avvisi settimana dal 23 maggio al 29 maggio

  • lunedì 23 maggio: Alle ore 21.00 si terrà il Santo Rosario in chiesa parrocchiale
  • Mercoledì 25 maggio: Alle ore 21.00 si terrà la Santa Messa con la catechesi per giovani e adulti
  • Giovedì 26 maggio: Dalle ore 16.00 alle ore 18.00 sarà presente il confessore straordinario Alle ore 21.00 presso la sala riunioni dell’oratorio si riunisce il consiglio pastorale.
  • Venerdì 27 maggio: Alle ore 16.45 si terranno le confessioni dei cresimandi Alle ore 21.00 ci sarà la recita del Santo Rosario presso la contrada S. Giuseppe, via Mortara 13 Alle ore 21.00 presso la sala riunioni dell’oratorio si terrà il secondo incontro di formazioni per gli animatori dell’oratorio estivo.
  • Domenica 29 maggio: Alle ore 10.30 celebreremo le S. Cresime dei nostri ragazzi di quinta elementare.
  • inoltre: Destina il 5×1000 alla nostra Scuola materna, è sufficiente firmare sul modello 730/unico/cud nel riquadro dedicato alle organizzazioni  non lucrative di utilità sociale (opnlus) e riportare sotto la propria firma il codice fiscale: 81000310128. In alternativa comunica la tua scelta al professionista oppur al C.A.F a cui ti rivolgi per la compilazione dei modelli di dichiarazione.
  • Ricordiamo che dal prossimo week-end apriranno le iscrizioni per l’oratorio estivo 2022, in segreteria dell’oratorio dalle 16.30 alle 18.30

Lui Voce, Lui Notizia

Pensiero del don

Il mese di maggio è il periodo dell’anno che più di ogni altro abbiniamo alla Madonna. Un tempo in cui si moltiplicano i Rosari, sono frequenti i pellegrinaggi ai santuari, si sente più forte il bisogno di preghiere speciali alla Vergine. Un bisogno che si avverte con particolare urgenza nel tempo che stiamo vivendo. Lo sottolinea il Papa nella “Lettera” inviata a tutti i fedeli il 25 aprile scorso. Un invito caldo e affettuoso a riscoprire la bellezza di pregare il Rosario a casa. Lo si può fare insieme o personalmente, ma senza mai perdere di vista l’unico ingrediente davvero indispensabile: la semplicità. Contemplare il volto di Cristo con il cuore di Maria, aggiunge papa Francesco, che propone ai fedeli i testi di due preghiere alla Vergine, “ci renderà ancora più uniti come famiglia spirituale e ci aiuterà a superare questa prova”. In particolare la storia ci porta al Medio Evo, ai filosofi di Chartres nel 1100 e ancora di più al XIII secolo, quando Alfonso X detto il saggio, re di Castiglia e Leon, in “Las Cantigas de Santa Maria” celebrava Maria come: «Rosa delle rose, fiore dei fiori, donna fra le donne, unica signora, luce dei santi e dei cieli via (…)». Di lì a poco il beato domenicano Enrico Suso di Costanza mistico tedesco vissuto tra il 1295 e il 1366 nel Libretto dell’eterna sapienza si rivolgeva così alla Madonna: «Sii benedetta tu aurora nascente, sopra tutte le creature, e benedetto sia il prato fiorito di rose rosse del tuo bei viso, ornato con il fiore rosso rubino dell’Eterna Sapienza!». Ma il Medio Evo vede anche la nascita del Rosario, il cui richiamo ai fiori è evidente sin dal nome. Siccome alla amata si offrono ghirlande di rose, alla Madonna si regalano ghirlande di Ave Maria. Le prime pratiche devozionali, legate in qualche modo al mese di maggio risalgono però al XVI secolo. In particolare a Roma san Filippo Neri, insegnava ai suoi giovani a circondare di fiori l’immagine della Madre, a cantare le sue lodi, a offrire atti di mortificazione in suo onore. Un altro balzo in avanti e siamo nel 1677, quando il noviziato di Fiesole, fondò una sorta di confraternita denominata “Comunella”. Riferisce la cronaca dell’archivio di San Domenico che «essendo giunte le feste di maggio e sentendo noi il giorno avanti molti secolari che incominiciava a cantar maggio e fare festa alle creature da loro amate, stabilimmo di volerlo cantare anche noi alla Santissima Vergine Maria….». Si cominciò con il Calendimaggio, cioè il primo giorno del mese, cui a breve si aggiunsero le domeniche e infine tutti gli altri giorni. Erano per lo più riti popolari semplici, nutriti di preghiera in cui si cantavano le litanie, e s’incoronavano di fiori le statue mariane. Parallelamente si moltiplicavano le pubblicazioni. Alla natura, regina pagana della primavera, iniziava a contrapporsi, per così dire, la regina del cielo. E come per un contagio virtuoso quella devozione cresceva in ogni angolo della penisola, da Mantova a Napoli. L’indicazione di maggio come mese di Maria lo dobbiamo però a un padre gesuita: Annibale Dionisi. Un religioso di estrazione nobile, nato a Verona nel 1679 e morto nel 1754 dopo una vita, a detta dei confratelli, contrassegnata dalla pazienza, dalla povertà, dalla dolcezza. Nel 1725 Dionisi pubblica a Parma con lo pseudonimo di Mariano Partenio “Il mese di Maria o sia il mese di maggio consacrato a Maria con l’esercizio di vari fiori di virtù proposti a’ veri devoti di lei”. Tra le novità del testo l’invito a vivere, a praticare la devozione mariana nei luoghi quotidiani, nell’ordinario, non necessariamente in chiesa «per santificare quel luogo e regolare le nostre azioni come fatte sotto gli occhi purissimi della Santissima Vergine». In ogni caso lo schema da seguire, possiamo definirlo così, è semplice: preghiera (preferibilmente il Rosario) davanti all’immagine della Vergine, considerazione vale a dire meditazione sui misteri eterni, fioretto o ossequio, giaculatoria. Negli stessi anni, per lo sviluppo della devozione mariana sono importanti anche le testimonianze dell’altro gesuita padre Alfonso Muzzarelli che nel 1785 pubblica “Il mese di Maria o sia di Maggio” e di don Giuseppe Peligni. Il resto è storia recente. La devozione mariana passa per la proclamazione del Dogma dell’Immacolata concezione (1854) cresce grazie all’amore smisurato per la Vergine di santi come don Bosco, si alimenta del sapiente magistero dei Papi. Nell’enciclica Mense Maio datata 29 aprile 1965, Paolo VI indica maggio come «il mese in cui, nei templi e fra le pareti domestiche, più fervido e più affettuoso dal cuore dei cristiani sale a Maria l’omaggio della loro preghiera e della loro venerazione. Ed è anche il mese nel quale più larghi e abbondanti dal suo trono affluiscono a noi i doni della divina misericordia». Nessun fraintendimento però sul ruolo giocato dalla Vergine nell’economia della salvezza, «giacché Maria – scrive ancora papa Montini – è pur sempre strada che conduce a Cristo. Ogni incontro con lei non può non risolversi in un incontro con Cristo stesso». Un ruolo, una presenza, sottolineato da tutti i santi, specie da quelli maggiormente devoti alla Madonna, senza che questo diminusca l’amore per la Madre, la sua venerazione. Nel “Trattato della vera devozione a Maria” san Luigi Maria Grignion de Montfort scrive: «Dio Padre riunì tutte le acque e le chiamò mària (mare); riunì tutte le grazie e le chiamò Maria».

Tratto da Avvenire

Avvisi della Settimana

  • Giovedì 5 maggio alle ore 21.00, si riunisce il Consiglio dell’Oratorio in segreteria dell’oratorio.
  • Oggi domenica 8 maggio, prima domenica del mese. All’interno di Lui Voce Lui Notizia è inserita la busta per la raccolta straordinaria per i bisogni della parrocchia.
  • Domenica 8 maggio Festa della contrada S. Maria. Al termine di tutte le celebrazioni verranno venduti, fuori dalla chiesa, i biscotti della contrada.  (vedi volantino).
  • Domenica 8 maggio ore 15.30 celebrazione Battesimi comunitari
  • Mese di Maggio tradizionalmente dedicato alla Beata Vergine Maria. (vedi volantino).
  • Si informa che l’Avvocatura della Curia di Milano, conferma l’obbligo dell’utilizzo della mascherina durante le celebrazioni liturgiche e le catechesi svolte al chiuso.

Lui Voce Lui Notizia

Pensiero del don

Facciamo l’elogio del silenzio: Gesù, sul cammino della croce incontra Maria, sua Madre. Ci sono poche parole sulla via della croce. Si possono immaginare grida e trambusto, vociare di molti, insulti e gemiti. Ma la devozione invita piuttosto al silenzio. La stazione dell’incontro con la Madre è piuttosto l’invito al silenzio. Si immagina un incrocio di sguardi piuttosto che un dialogo, un silenzio straziato, piuttosto che un grido. Facciamo l’elogio del silenzio: nel silenzio lo sguardo rivolto verso il figlio amato, nel silenzio la compassione che ferisce l’anima, nel silenzio quel senso di impotenza che non sa come dare conforto, nel silenzio il tornare alla mente delle parole misteriose e dense di promesse impensate: chi perderà la propria vita per causa mia la troverà … se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua (cfr Mt 16,24s). Facciamo l’elogio del silenzio raccolto nella contemplazione: una specie di fastidio per il vociare continuo delle notizie, delle chiacchiere, delle parole inutili, delle parole aspre delle discussioni, dell’invasione inarrestabile delle immagini. Facciamo l’elogio del silenzio per consentire allo sguardo di orientare il pensiero e di placare la fantasia che corre qua e là anche quando siamo fermi, il silenzio che consente alla parola di germogliare, come un seme che porta frutto, il silenzio che tiene fisso lo sguardo su Gesù e consente allo sguardo di Gesù di entrarci nell’anima con una commozione più intensa, con una rivelazione più struggente, con una dichiarazione d’amore più indiscutibile. 2. Facciamo l’elogio del gesto inutile e gratuito. Veronica asciuga il volto di Gesù. Dobbiamo ancora esplorare il mondo inesplorato, denso di fascino e di mistero, degli affetti, della tenerezza. C’è nella spontaneità del gesto gratuito un mistero e un 2 messaggio. Perché, mamma, accarezzi il tuo bambino? Perché, papà, tieni per mano tuo figlio, tua figlia? Perché, nonna, accogli commossa l’abbraccio della nipotina? La fretta rende sgarbati, la passione rende possessivi, l’avidità rende violenti: quanti personaggi scrivono la via crucis! Ma tra tanti si fa avanti Veronica che asciuga il volto di Gesù, il gesto gratuito che non serve a niente, il gesto gratuito che è grazia, il gesto gratuito che è il più necessario per confermare che il volto sfigurato è amabile e rivela l’amore che la violenza e la stupidità degli uomini non può stancare e non riesce a nascondere. Il gesto gratuito è il più necessario perché dice al Figlio dell’uomo e ad ogni figlio d’uomo la verità più necessaria. La verità più necessaria non quanto pane ci sia in tavola, non è quanti soldi ci siano in banca, non è quanto di quanto potere tu puoi vantare. La verità più necessaria è: “tu sei amato!”. L’amore, anche l’amore impotente e straziato, sconfitto e ignorato, l’amore è il messaggio più necessario per una via che sia desiderabile. Facciamo l’elogio del gesto gratuito, inutile e necessario. 3. Facciamo l’elogio delle lacrime. Le figlie di Gerusalemme piangono per Gesù. Facciamo l’elogio delle lacrime, del linguaggio della compassione. Le figlie di Gerusalemme rivelano la verità dell’animo umano e contrastano quell’indurirsi del cuore che può diventare un cuore di pietra. Il cuore di pietra si difende con l’indifferenza dal soffrire: forse ha sofferto troppo, forse ha troppa paura, forse è stato convinto a ignorare, disprezzare, allontanare dallo sguardo e dall’affetto coloro che non sono “dei nostri”. Ma l’uomo e la donna sono inclini alla compassione, la sofferenza degli altri non può lasciarli indifferenti. Soffrono con chi soffrono. Le lacrime saranno forse inutili, ma dichiarano che non è giusto che un fratello, una sorella soffrano per mano di fratelli e sorelle. Non è giusto: non posso aggiustare il mondo e ristabilire la giustizia, ma non trattengo le lacrime. Le lacrime delle figlie di Gerusalemme sono lacrime preziose perché abbattono l’indifferenza e rivelano la verità del cuore umano. Facciamo l’elogio delle lacrime, del gesto gratuito, del silenzio.

                          (omelia arcivescovo Delpini via crucis 29 marzo 2022)

Avvisi Lunedi 4 alle ore 21:00 si riunisce la commissione liturgica per organizzare la settimana santa.

Mercoledi 6 alle ore 6:30 S.Messa.

Venerdì 8 Alle ore 6.30 ci saranno le lodi mattutine con la possibilità di fare la colazione al termine. Alle ore 8.30 Via Crucis. Alle ore 17.00 ci sarà la Via Crucis per ragazzi e preadolescenti. Alle ore 21.00 Adorazione della croce per giovani e adulti con predicazione.

Domenica 10 ci ritroveremo alle 10.15, con i ragazzi davanti alla cappellina dell’oratorio, per la processione e benedizione degli ulivi. Celebreremo poi alle 10.30 la S. Messa solenne in chiesa parrocchiale.

Domenica 10 alle ore 18.00 verrà celebrato il Vespro solenne con la lectio su Giovanni 15, testo di riferimento per il nuovo progetto pastorale parrocchiale,  per introdurci nella Settimana Santa.

Prima domenica del mese. All’interno di Lui Voce Lui Notizia è inserita la busta per la raccolta straordinaria per i bisogni della parrocchia.

In questa settimana di Quaresima la Caritas invita a donare colombe e uova di Pasqua.

Lui Voce Lui Notizia

Pensiero del Don

1. Popolo dei rassegnati, “togliete la pietra!”. La rassegnazione alla morte risulta essere la persuasione diffusa nel nostro tempo, così radicata da essere quasi impossibile sradicare. I cristiani rischiano di essere come Marta,

la sorella del morto. Proclama la sua fede in Gesù “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire in questo mondo” (Gv 11,27), e insieme cerca di dissuadere Gesù, che si è dichiarato “io sono la risurrezione e la vita” (Gv 11,25), dall’entrare nella morte di Lazzaro e pronunciare le parole della risurrezione. Così forse anche i cristiani professano nel simbolo della fede la fede nella risurrezione (credo la risurrezione della carne) ma poi parlano, pensano, commentano come se la morte seppellisse non solo il corpo del defunto, ma anche la speranza. Popolo dei rassegnati, togliete la pietra! lasciatevi convincere alla speranza!

2. E voi, curiosi, figli dell’indifferenza, togliete la pietra. Intorno alla morte si affollano i curiosi, guardano e commentano. Guardano la vita come uno spettacolo. Hanno la persuasione che quello che si svolge sotto la croce di Gesù, quello che si svolge presso il sepolcro dei Lazzaro non li riguardi. Vivono nell’indifferenza. Hanno messo una pietra sopra alle domande, alla compassione, alla preghiera. Sentono raccontare la storia e la passione e le sofferenze di Gesù come se si parlasse di un personaggio qualsiasi di un paese qualsiasi. Anche a loro si rivolge Gesù: togliete la pietra, lasciatevi commuovere dalla commozione di Gesù! Svestire la maschera dell’indifferenza. Curiosi, figli dell’indifferenza, togliete la pietra! Lasciatevi disturbare e interrogare dalla storia di Gesù che possa diventare anche storia vostra!

3. E voi sapienti e scienziati, “togliete la pietra!”

La scienza presuntuosa pretende di decidere anche della vita e del suo valore e del suo significato. La scienza presuntuosa ha fatto scoperte strabilianti, ha generato una tecnologia che si credeva onnipotente, ha consentito di curare molte malattie e ha contribuito a costruire armi che hanno effetti disastrosi. La scienza presuntuosa siccome ha scoperto molto, pensa di sapere tutto. La scienza presuntuosa crede di descrivere anche il destino delle persone: sono fatte di un po’ di chimica e di un po’ di elettricità, quando poi si spegni l’elettricità, gli elementi chimici degenerano e si trasformano. Ecco tutto: siamo nati per morire, siamo destinati a scomporci per diventare elementi che si perdono nella terra. Siamo, in sostanza, un po’ di cenere destinati a essere dispersa nel nulla. Scienziati presuntuosi togliete la pietra, riconoscete il vostro limite! Togliete la pietra, c’è qui il Signore che chiama alla vita anche i morti. Togliete la pietra: sappiate che la vita vince perché Gesù è risurrezione e vita. Scienziati presuntuosi, mettete da parte la vostra presunzione, togliete la pietra, imparate la speranza.

4. Fratelli e sorelle, arrabbiati con Dio togliete la pietra! Voi che siete arrabbiati con Dio perché dite: che cosa ho fatto di male perché Dio mi abbia fatto morire il figlio o la mamma o il marito o la moglie o il nipotino? Voi che vi sentite schiacciati da un castigo che non avete meritato, togliete la pietra! Voi che portate al cimitero i poveri segni del vostro cuore spezzato e nascondete sotto le buone maniere e le parole devote il risentimento verso Dio che non fa le cose giuste, che fa soffrire e morire gli innocenti, e permette ai malvagi di prosperare, togliete la pietra! Liberatevi della vostra immaginazione a proposito di Dio, seguite Gesù, ascoltate quello che Gesù insegna e quello che ordina: togliete la pietra! Dio non vuole la morte, ma la vita. Il Figlio di Dio, l’unigenito del Padre, rivela la verità di Dio. Guardate al crocifisso e riconoscete: ecco chi è il nostro Dio, è colui che condivide il nostro soffrire, condivide la nostra morte, per sconfiggere la morte, per spezzare le catene della morte, per risorgere a vita nuova e felice. Non dite più: Dio mi ha portato via la persona che amavo! Perché? Perché? Dite piuttosto il nemico di Dio, la morte mi ha portato via la persona che amavo, ma Dio sconfigge anche l’ultimo nemico, toglie via la pietra che grava su tutti i nostri morti e chiama alla vita. Voi, arrabbiati con Dio, togliete la pietra, lasciatevi illuminare dalla rivelazione di Gesù, ritrovate la pace e la speranza!

 (Mons. Mario Delpini omelia durante la Via Crucis 18 marzo 2022)

Avvisi:

Martedì alle ore 21:00 si terrà la messa di ringraziamento in occasione del 50’ compleanno di Don Francesco, pertanto resta sospesa la messa di mercoledì  alle 6.30.

Giovedì alle ore 21.00 si terrà la riunione della commissione liturgica per programmare la settimana santa.

Venerdì Alle ore 6.30 ci saranno le odi mattutine con la possibilità di fare la colazione al termine, alle ore 8.30 ci sarà la Via Crucis, alle 17.00 ci sarà la Via Crucis per ragazzi e adolescenti, alle ore 21.00 ci sarà la Via Crucis con la predicazione di Suor Janet.

A Partire dalla Parrocchia di Parabiago l’arcivescovo Mario Delpini presiederà la Via Crucis alle ore 21.00 che celebrerà per la zona Quarta di Busto e quindi la nostra zona.

Lui Voce Lui Notizia

Pensiero del Don

1. Diventare Che uomo, che donna sto diventando? Diventare grande, diventare vecchio, diventare padre, madre, nonno, nonna, vedovo, solo. Diventare prete, marito, moglie. Diventare niente. Uno è quello che è, sono sempre quello, sempre le stesse cose. 2. Il Verbo di Dio è diventato uomo. Si celebra il Natale, ma diventare uomo non è un istante. Un lungo apprendistato ha insegnato a Gesù a vivere da uomo, in carne e ossa. Negli anni di Nazaret Gesù non ha fatto niente, non ha insegnato niente. Una cosa sola ha fatto: ha imparato a essere un uomo, il figlio del falegname, il figlio di Maria. Ha imparato i giorni e le notti, le feste e i lutti, le preghiere e i canti, le amicizie e le parentele. Il lavoro e il riposo. Ha imparato a diventare uomo. Gesù continua a imparare a diventare uomo nel suo viaggio fino a Gerusalemme, nella popolarità e nel discredito, nelle false accuse e nella dolorosa passione, fino all’incontro con l’ultimo nemico, la morte. Così commenta la lettera agli Ebrei: pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono (Eb 5,8-9). 3. Divenne causa di salvezza eterna per tutti. Gesù è diventato uomo, ha attraversato le stagioni e le situazioni dell’essere uomo e così, essendo Figlio, può insegnare ai fratelli e alle sorelle come si possa diventare figli, cioè essere salvati con una salvezza eterna. 1 Egli indica la via, perché infatti è la via: Gesù percorre la via della croce e diventa salvezza per tutti. Gesù dice: chi vuole diventare figlio, cammini come ho camminato io sulla via degli uomini. Ecco perché siamo convocati per celebrare la via crucis: per guardare Cristo sulla croce e tenendo fisso lo sguardo su di lui, imparare a diventare uomini e donne che si conformano a lui, l’uomo perfetto. Viviamo quindi il trascorrere del tempo non per diventare vecchi, ma per diventare conformi al Figlio, per obbedire a lui ed essere salvati. Diventare, imparare dalle cose che patì: i giorni passano anche se io non lo voglio, ma io divento diverso solo se lo voglio; le notizie invadono la mia mente e i miei occhi con una loro inarrestabile prepotenza, ma io imparo solo se concentro l’attenzione; i rapporti tra marito e moglie, tra fratelli, tra vicini di casa, tra parenti, possono diventare rapporti buoni solo se io mi rendo amabile e coltivo la stima delle persone che incontro, se mi impegno in spirito di servizio e con intenzione di edificare la comunità Diventare: questo fascino e fatica della libertà, questa sfida rivolta al tempo, questo concentrarsi sul modello, questo azzardo della fiducia, questo docile abbandono al vento dello Spirito che spinge al largo. Diventare, imparare tenendo fisso lo sguardo su Gesù: ecco l’uomo. Diventare come lui: capace di vivere come Gesù ha vissuto i rapporti di Nazaret e i rapporti di Gerusalemme, i rapporti intessuti lungo il mare e i rapporti drammatici vissuti sulla via della croce. Diventare come lui: imparare a pregare da lui, dicendo: “Padre!”. Imparare a soffrire come lui, senza desiderio di vendetta, ma con l’intimo desiderio del perdono. Avere gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù. Gesù ha imparato a essere uomo; chiama anche noi a seguirlo per imparare a essere figli di Dio.    

 (Mons. Mario Delpini omelia durante la Via Crucis 11 marzo 2022)

Avvisi della settimana

Questa settimana la Caritas invita a donare legumi per i più bisognosi.

In allegato il volantino della festa del papà.

Il decanato di Busto Arsizio in collaborazione con la Caritas Diocesana, sta organizzando il progetto per il sostegno dei profughi ucraini. Nei prossimi giorni riceveremo le indicazioni per poter partecipare attivamente all’iniziativa. Sarà richiesto l’aiuto non solo economico di tutti.