Meditazione 26 marzo 2020

GENESI 35, 9-20. 22b-26; PROVERBI 25, 1; 27, 9-11a; VANGELO Mt 7, 21-29

Il conforto che i santi hanno nei sacri riti non dipende tanto da Betel, casa di Dio, ma da El-betel, il Dio che abita quella casa. I riti sono cose vuote se non incontriamo Dio tramite essi. Qui Giacobbe vi seppellì Debora, la balia di Rebecca. Ella morì tra molti pianti e lamenti. I vecchi domestici di una famiglia che sono stati nel tempo fedeli e utili devono essere rispettati. Dio apparve a Giacobbe. Egli rinnovò il patto con lui. “Sono l’Iddio Onnipotente, il Dio dispensatore di tutto, capace di portare a compimento la promessa a tempo debito e a sostenerti e fornirti i mezzi a breve”.

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Meditazione 25 marzo 2020

ISAIA 7, 10-14; S.PAOLO AGLI EBREI 10, 4-10; VANGELO Lc 1, 26b-38

La celebrazione dell’Annunciazione ha origine nei primi secoli del cristianesimo e si caratterizza per un elemento dogmatico fondamentale: il concepimento verginale di Maria. Sin dai primi secoli, infatti, la Chiesa professava l’Incarnazione di Dio attraverso il concepimento di una vergine. Con il Concilio di Nicea del 325 e il Concilio di Costantinopoli si stabilì il Credo con il quale ancora oggi proclamiamo che il Figlio di Dio “per noi uomini e per la nostra salvezza discese dai cieli e si incarnò da Spirito Santo e Maria Vergine e si fece uomo”.

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Meditazione 24 marzo 2020

GENESI 25, 27-34; PROVERBI 23, 29-32; VANGELO Mt 7, 6-12

Esaù cacciava le bestie del campo con destrezza e con successo, fino a diventare un conquistatore che governava sui suoi vicini. Giacobbe era un uomo semplice, una persona a cui piacevano i veri piaceri del riposo più di tutti i finti piaceri. Egli fu uno straniero e un pellegrino in spirito e un pastore in tutta la sua vita. Isacco e Rebecca ebbero questi due figli, uno prediletto del padre e l’altro della madre: i genitori pii, però, pur amando maggiormente un figlio buono, non devono fare parzialità. Che il loro affetto li porti a fare ciò che è giusto e uguale ad ogni figlio o ne verranno dei mali.

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Meditazione 23 marzo 2020

GENESI 25, 19-26; PROVERBI 22, 17-19. 22-25; VANGELO Mt 7, 1-5

Sembra che Isacco non sia stato molto provato in vita, tuttavia non trascorse i suoi giorni in pace. Giacobbe ed Esaù erano frutto della preghiera: i loro genitori, dopo essere stati a lungo senza figli, li ottennero, infatti, per mezzo della preghiera. La realizzazione della promessa di Dio è sempre sicura, anche se talvolta spesso tarda a compiersi, ma la fede dei credenti viene così messa alla prova e quanto più a lungo la loro pazienza è esercitata quando attendono delle grazie, tanto più le gradiscono quando si realizzano.

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Lui voce, Lui notizia

Il pensiero del Don

Omelia IV Domenica di Quaresima, detta del Cieco nato

E’ Interessante come i Vangeli, in alcuni incontri che Gesù fa, concentrano l’attenzione sullo sguardo. Sottolineano come Gesù ha un suo particolare modo di vedere, di osservare, di accorgersi delle cose e della gente. Leggendo chi gli si pone davanti guardandolo in volto, raggiungendolo dentro, senza ferire e senza giudicare, così come è accaduto a quest’uomo cieco dalla nascita. Al centro di questo racconto non sta Gesù, che compare all’inizio e alla fine dell’episodio, ma anzitutto lo sguardo confuso dei discepoli, dei vicini, dei genitori e dei farisei nei confronti di questo cieco che torna a vedere. Tutti presi da una domanda che sembra non trovare una risposta: perché quest’uomo è cieco?

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