COSA SIGNIFICA ORATORIO PER TE?
Questo periodo di covid ci sta tenendo lontani dal luogo dove si impara ad essere cristiani, dove si impara a crescere e dove ci si realizza come persona. Questo posto è l’oratorio e per sentirci un po’ più vicini alla nostra seconda casa abbiamo chiesto ad alcune persone che operano nel nostro oratorio di spiegarci cosa significa questo luogo per loro.
Ho cominciato a frequentare l’oratorio quando avevo 6 anni. Confesso che all’inizio lo consideravo solo un ambiente di svago, ma diventando grande ne ho capito l’importanza: non solo divertimento, ma soprattutto stare insieme e imparare esperienze utili per la vita di tutti giorni. Uno dei momenti che preferisco è l’inizio dell’oratorio estivo. Si tratta di un periodo di circa un mese, da giugno a luglio, dove vengono organizzate attività molto piacevoli, come i bans, i giochi, la merenda, i tornei fra squadre e infine c’è il momento di preghiera con l’intervento del don in cui si parla anche della giornata vissuta, dei comportamenti che abbiamo avuto, dei comportamenti che avremmo potuto evitare e così via: un momento importante di riflessione. L’oratorio è dunque un posto piacevole sia per il divertimento, sia per stare in gruppo con gli amici, ma soprattutto è un ambiente dove si ha l’occasione per riflettere su temi molto importanti della vita e dove ci insegnano a vivere secondo i valori cristiani.
Un preadolescente
Sono da poco entrata a far parte del gruppo “adolescenti” e, facendo questo cambiamento, ho capito come il significato della parola “oratorio” sia cambiato dal mio punto di vista. Ho percepito che, per la comunità, è molto importante trasmettere un messaggio positivo a chi ha meno esperienza e sta iniziando un nuovo cammino, o a chi ne ha già percorso uno e sta vedendo crescere chi lui stesso ha accompagnato. L’oratorio è sinonimo di unione, gruppo e alleanza, tre elementi senza i quali non ci si riesce ad integrare a pieno nel cammino. Io sto pian piano iniziando a far parte di una situazione che prima ritenevo noiosa, ma senza la quale, ad oggi, non potrei stare. Se prima non pensavo neanche di entrare in un contesto piuttosto complicato, ora invece ho scoperto che farei di tutto pur di vedere sorridere i bambini che fanno parte del gruppo di catechismo di seconda elementare. Auguro a tutti coloro che devono iniziare un cammino di questo tipo di riuscire ad integrarsi come lo sto facendo io, per rendersi sempre di più conto della grande comunità che ci circonda.
Una neo-adolescente
L’oratorio per me è quel luogo dove ti puoi ritrovare con i tuoi amici, dove puoi sempre trovare qualcuno con cui passare del tempo ed un luogo di ritrovo per noi ragazzi: infatti qui ci sarà sempre qualcuno pronto ad accoglierci. L’’oratorio è anche un luogo dove si cresce: qui infatti ciascuno di noi può maturare e realizzare un bel percorso di crescita insieme ai propri coetanei. In oratorio si apprendono inoltre molte cose come imparare a gestire le situazioni, organizzare attività per invitare più persone a partecipare alla vita oratoriana e a “convivere” con gli altri, imparando ad ascoltare le proposte degli altrui e a mettere insieme le proprie idee per creare qualcosa di bello per la propria comunità. Tutto questo per me significa oratorio.
Un’adolescente
L’oratorio per me significa tante cose. Con gli anni mi sono avvicinata sempre di più a questo ambiente e ne sono davvero felice. Mi piace passare il tempo in oratorio, stare con i miei amici, con i bambini e con i nostri educatori. All’interno dell’oratorio, come tutti gli altri ragazzi, anche io ho degli impegni a cui dedico tutta me stessa mettendomi a servizio della comunità, guadagnando la possibilità di crescere e diventare sempre più aperta e responsabile. Secondo me, l’oratorio non è un semplice luogo ma è un insieme di esperienze e di emozioni. In questo posto magico sono stata “educata” e sto cercando adesso di “educare” i più piccoli trasmettendogli tutto l’amore e la voglia di crescere che hanno trasmesso a me i miei educatori. Anche se i vari mezzi di comunicazione ci tengono sempre connessi, spero di poter tornare presto in oratorio per continuare la mia crescita in modo più vivo e soprattutto per ricominciare a passare del tempo con i più piccoli e aiutarli a diventare grandi.
Un’adolescente
Ho sempre frequentato l’oratorio fin da piccolo poiché è stato ed è tutt’ora un luogo che mi fa star bene e mi fa sentire a casa. Mentre da più piccolo venivo per giocare e divertirmi con i miei amici, adesso ho imparato a vivere molto più profondamente la mia vita all’interno dell’ambiente oratoriano. Ho preso degli impegni, ho delle responsabilità e penso che la più grande sia educare i più piccoli. È strano pensare come qualche anno fa ero io ad ammirare i miei educatori per quello che facevano e adesso sono io in prima persona che ho il compito di indirizzare sulla via del bene i più piccoli. Spesso persone ti vengono a dire “Ma alla tua età frequenti ancora l’oratorio?” e io rispondo sempre con grande sincerità dicendo che per me l’oratorio arricchisce molto le persone che lo frequentano e ti permette anche, almeno parlo personalmente, di stare con persone a me molto importanti. In poche parole sono fiero del percorso che ho intrapreso da piccolo e ho portato avanti fino ad adesso perchè trascorrere del tempo in oratorio mi fa sentire come in una seconda casa
Un diciottenne
L’oratorio per me è sempre stato un luogo di crescita personale! Frequentare questo ambiente mi ha dato la possibilità di costruire, passo dopo passo, il mio cammino di fede che mi ha portato ad osservare la quotidianità con uno sguardo diverso. Inoltre, mi ha dato l’opportunità di mettermi sempre più in gioco per migliorare me stessa e vincere una parte della timidezza che da sempre caratterizza il mio carattere.
Un’educatrice del gruppo preadolescenti
Che cos’è per me l’oratorio?
Difficile rispondere a questa domanda perché rappresenta tante cose. Innanzitutto, è il luogo che mi ha permesso di fare molte esperienze che mi hanno aiutato a crescere e ad essere la persona che sono oggi. È il luogo in cui ho sbagliato ma ho anche imparato molto, in particolare il valore del tempo e dell’importanza di mettersi al servizio degli altri. L’oratorio mi ha anche permesso di conoscere molte persone alcune delle quali sono ancora nella mia vita, altre invece hanno condiviso con me solo una parte di questo lungo percorso. Ma soprattutto mi ha aiutato anche a capire un po’ di più qual è la mia vocazione, offrendomi la possibilità di trascorrere il tempo con i bambini e i ragazzi. Ancora oggi occupa un posto importante nella mia vita e mi auguro che, una volta conclusasi questa situazione d’emergenza, possiamo tornare a viverlo come una vera e propria ‘seconda casa’.
Un’educatrice del gruppo adolescenti
L’oratorio e’ … COMUNITA’. E’ Occasione di incontro, di testimonianza di amore verso i fratelli piu’ piccoli e le loro famiglie. Sin da piccola e grazie alla mia famiglia ho avuto la fortuna di crescere in oratorio; grazie a sacerdoti appassionati e ad educatori gioiosi ho potuto sperimentare il vero servizio e farmi contagiare dall’entusiasmo che ancora possiedo e che non mi fa esitare a mettermi in gioco per il bene comune. Ora il gioco e’ piu’ impegnativo… come catechista della Iniziazione Cristiana mi trovo a contatto con ragazzi che sin dalla II elementare accompagno a ricevere i sacramenti cercando di trasmettere e testimoniare la fede perche’ sono convinta che GRANDI si diventa FIN DA PICCOLI!! Auguro a tutti i ragazzi di Borsano di poter sperimentare la gioia del vivere l’oratorio a 360 gradi…. NE VALE LA PENA!!!
Una catechista dell’iniziazione cristiana
Scrivere insieme il futuro
Settimana dell’educazione 2021
«L’educazione è sempre offerta di visione della vita, di un senso della realtà, comunicazione di una ipotesi positiva sul senso dell’esistenza. L’avventura dell’educazione chiede sempre dialogo profondo tra le generazioni, che in tal modo si arricchiscono vicendevolmente».
(Mario Delpini, Tocca a noi, tutti insieme, Discorso alla città, 4 dicembre 2020)
• Che cos’è la settimana dell’educazione?
La “settimana dell’educazione” è un periodo che quest’anno si svolgerà dal 21 al 31 gennaio e che, soprattutto durante questo difficile momento storico, cercherà di aiutarci a ripartire, ritrovando lo slancio nel servizio educativo, a confrontarci e a dialogare, ricordandoci che siamo tutti membri di una comunità che deve essere protetta, curata e mai trascurata. Facciamo parte di una comunità educante, ciò significa che tutti devono educare e farsi educare.•
Quali sono gli obiettivi della settimana dell’educazione?
La settimana dell’educazione si pone come obiettivi la creazione di un legame di comunicazione tra gli educatori e i genitori dei ragazzi affrontando insieme temi e problemidi emergenza educativa, dovuta anche a questo tempo di pandemia ritrovando la visione essenziale dell’oratorio che possa rinnovare il patto educativo fra genitori e comunità oratoriana. Un altro obiettivo è trovare nel dialogo e nel confronto un’alleanza che comprende anche le istituzioni educative che fanno parte della nostra quotidianità, come la scuola e il mondo dello sport. Noi ragazzi ci impegniamo in prima persona nell’obbiettivo di essere sempre creativi e innovativi, cercando di conoscere fino in fondo la nostra comunità, rendendola sempre più compatta al fine di non escludere nessuna fascia d’età. Sulla base del confronto, della riflessione e del dialogo nasce quindi il motto “scrivere insieme il futuro”.•
Carlo Acutis, simbolo della santità adolescente.
Carlo Acutis, è un ragazzo che viene ricordato ancora oggi per la sua allegria e simpatia, ma soprattutto per l’amore verso il Vangelo. È morto nel 2006 all’età di 15 anni a causa della leucemia; lo scorso 10 ottobre 2020 è stato beatificato ad Assisi dove aveva chiesto di essere sepolto. È stato scelto come simbolo e modello di questa settimana dell’educazione per arricchire il dono della Fede che cresce in ciascuno di noi, perché il suo esempio possa spronare noi ragazzi a partecipare sempre più attivamente alla vita oratoriana e a dedicare tutte le nostre forze al servizio educativo delle giovani generazioni che saranno il futuro della nostra comunità.